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IL PANIFICIO

di Rosetta e Alberto Margoni

 

antichi mulini del borgo pannello 8 panificioStoria del panificio Tecchiolli

È nell’edificio in Via Borgo 18 che Pietro Tecchiolli, ramiero di Cadine, appena arrivato a Vezzano verso il 1845, ha messo su famiglia ed ha ripreso la stessa attività che già faceva sul Bus de Vela, sfruttando l’energia della ruota idraulica sulla deviazione della Roggia Grande. Alla sua morte lascia 6 figli in tenera età, fra loro Antonio farà poi il “parolòto” nel laboratorio paterno ma morirà giovane in guerra, Felice ed Eugenio trasformeranno il laboratorio in molino. La presenza dei “fratelli Felice ed Eugenio Tecchiolli di Cadine, ora in Vezzano,” è documentata nel 1876 quando gli stessi si fecero garanti della ditta appaltatrice della costruzione delle vasche di monte presso la malga di Vezzano. È Pietro Felice (1872-1906), figlio di Eugenio, il primo ad essere mugnaio ed anche panificatore alla fine del 1800.

Erano, quelli, anni di profonda depressione economica per il Trentino, miseria ed emigrazione la facevano da padroni. La nascita del Regno d’Italia nel 1861, del quale facevano parte la Lombardia e, dal 1866, anche il Veneto, portò dazi ancora più pesanti per le importazioni di quelli esistenti all’epoca del Lombardo-Veneto. La scarsa produzione di cereali sul nostro territorio ci obbligava all’importazione dall’Italia (ricordiamo che tra il 1815 e il 1919 il Trentino faceva parte dell’Impero austro-ungarico) rendendo così particolarmente elevato il prezzo del pane. Più che pane, la nostra gente consumava polenta, così tanta e spesso da sola da portare alla diffusione della pellagra, malattia che portava depressione, demenza, dermatite (con perdita della pelle), diarrea e morte.

Nonostante ciò, e prima che lo Stato finanziasse l’apertura di nuovi panifici, proprio per debellare la pellagra,  i Tecchiolli partirono in questa avventura.

Di generazione in generazione l’attività si è poi ammodernata ed ingrandita e nel 2009 il panificio è stato spostato a Cavedine, in una sede nuova più idonea e funzionale alle nuove esigenze produttive. La passione per l’arte molitoria, oltre che quella panificatoria, è rimasta nel sangue dei Tecchiolli e anche nel nuovo panificio hanno inserito un mulino a pietra per garantire una lenta macinazione di cereali selezionati e cresciuti nei territori circostanti.

Sull’edificio dove è iniziata la storia del panificio Tecchiolli, l’Ecomuseo della Valle dei Laghi ha posto l’ottavo degli 11 pannelli del percorso etnografico sugli opifici storici della valle dei laghi  “Antichi mulini del Borgo”, quello dedicato al panificio.

 

Le materie prime

Gli ingredienti base della panificazione sono sempre gli stessi: farina, lievito, acqua e sale; è solo grazie al tipo di lavorazione e alla sua fermentazione che possiamo ottenere dei pani molto diversi tra loro. Fino circa alla metà del secolo scorso per panificare si usava la pasta madre, la quale richiedeva tempi lunghi di lavorazione.

In quegli anni, si usava la farina prodotta nei mulini con macine in pietra e quindi più grossolana ed integra, la tipo 1, meno raffinata della zero largamente utilizzata oggi. Il frumento era costoso e così il pane bianco era consumato da pochissime famiglie benestanti, più diffusa era la farina di segale.

Essa veniva trasportata a spalla e con i carri trainati dai buoi in sacchi di iuta da un quintale, sostituiti dopo la seconda guerra, dai sacchi di carta da 50 Kg.

 

La lavorazione

Nel 1880 nel panificio di via Borgo la ruota idraulica trasmetteva il suo moto all’impastatrice, una macchina dotata di un braccio per amalgamare gli ingredienti.

Mentre il pane lievitava, si accendeva il fuoco nel forno a legna, raggiunta la temperatura voluta, il piano doveva essere ben ripulito dai tizzoni e dalla cenere e poi con la pala di legno si infornava.  

Nel 1909 entrò in funzione la centrale idroelettrica di Fies (Dro) che fornì l’energia elettrica a Trento ed ai paesi che si trovavano sul percorso degli impianti di distribuzione, Vezzano venne servito a partire del 1911 ma solo verso il 1930  sono stati modernizzati ed adeguati i macchinari del panificio all’uso dell’energia elettrica in quanto era costosa.

Il forno a legna è col tempo stato sostituito con un forno molto più grande che funzionava dapprima a nafta e poi a gasolio.

Mentre all’inizio il pane veniva poi tutto modellato a mano, nel 1946/47 vennero introdotte le prima macchine “formatrici” che portarono ad una velocizzazione della produzione con un minor numero di dipendenti. Fu allora che Alfeo Tecchiolli aprì il suo primo negozio in via Roma a Vezzano.

 

Curiosità

Nelle giornate di brutto tempo si produceva meno pane perché le donne non andavano nei campi  e quindi potevano farsi il pane in casa.

La distribuzione del pane era un tempo a carico dei negozi che incaricavano uno del paese ad andare al mattino presto fino a Vezzano con la gerla o con l’asino a prendere il pane necessario.

 

Materiali a disposizione per l’approfondimento:

 

I prodotti delle scuole:

 

Un particolare ringraziamento per la collaborazione ad Aldo Tecchiolli.

 
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