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Benvenuti nell'incantevole mondo dell'Ecomuseo della Valle dei Laghi! dove il fascino della tradizione, la ricca storia, la maestosità della natura e la bellezza del paesaggio si fondono...

ANTICHI MULINI DEL BORGO DI VEZZANO

di Rosetta e Alberto Margoni

antichi mulini del borgo pannello 0 ruota idraulica

Il progetto

L’ecomuseo della Valle dei Laghi nel 2017 ha fatto un lavoro di ricerca, basandosi su memoria orale, pubblicazioni e documenti storici, per censire e localizzare sul territorio di tutta la valle il maggior numero possibile dei vecchi opifici ormai scomparsi.

Terminata questa fase si è deciso di approfondire la conoscenza di quelli che funzionavano con la forza idraulica, detti genericamente “mulini”, presenti numerosi a Vezzano e Calavino, ma anche a Padergnone, Terlago, Covelo, Ciago e Fraveggio.

Per portare a conoscenza di residenti e turisti questo nostro passato, con l’appoggio di Comunità di Valle e Comuni, si è poi deciso di realizzare dei percorsi all’interno dei centri abitati nei luoghi stessi dove questi mulini erano attivi, presentando la loro storia attraverso pannelli a bandiera e bacheche. Da essi, attraverso i codici QR (Quick Response Code), si possono raggiungere pagine di approfondimento come questa, con le quali si vuol dare la possibilità di conoscere più a fondo la storia dei nostri mulini, ma si offrono anche stimoli per approfondire altre tematiche correlate. Anche gli alunni delle scuole potranno contare su un aggancio al concreto e su una base documentale da cui partire per conoscere e comprendere il passato e, perché no, appassionarsi ad esso, produrre nuovi materiali e divulgarli anche attraverso questo canale: ricerche storiche, interviste a testimoni privilegiati, racconti e leggende, disegni, costruzioni, esperienze, prodotti multimediali...). Queste saranno perciò pagine aperte al contributo di chi vorrà, implementabili in futuro; chiunque voglia fornirci materiali e informazioni di supporto, anche piccole cose, è vivamente invitato a contattare ecomuseo o i curatori della ricerca.

Il primo di questi percorsi è proprio quello che abbiamo denominato “Antichi mulini del Borgo”; Borgo perché Vezzano è l’unico paese della Valle ad avere il titolo di Borgo e perché via Borgo è quella che ospitava il maggior numero dei mulini di Vezzano.

Questo percorso, che va dalla località Naran fino a via Ronch, passando naturalmente per via Borgo, è illustrato da una bacheca e 11 pannelli nei pressi degli 11 ex mulini che sfruttavano l’acqua della Roggia Grande ad inizio ‘900.  L’acqua proveniente in parte da Covelo forniva già lì energia ad un mulino di cui si parla già nel 1244-47 e, superato Vezzano, continuava poi il suo corso alimentandone altri ancora a Padergnone fino a placare la sua corsa nel Lago di Santa Massenza.

In ogni pannello abbiamo presentato un particolare diverso dello sfruttamento dell’acqua come indicato nel successivo elenco; tra parentesi abbiamo indicato possibili agganci con altri argomenti legati al singolo pannello che spesso sono utilizzabili anche in altri:

 

bacheca introduttiva - la ruota idraulica (le mappe)

  1. lavorazione dello scotano o “foiaròla” (le tinture naturali)
  2. la segheria (deviazioni e chiuse)
  3. la lavorazione del rame (i cambiamenti di stato dei metalli e non solo)
  4. la falegnameria (approfondita insieme al pannello 10)
  5. la tromba idroeolica o “bot de l’òra” (approfondito insieme al pannello 9-11 - il fuoco, la fusione, la trasmissione del moto,  l’emigrazione,  i mezzi di trasporto)
  6. il mulino (i cereali)
  7. la lavorazione della ceramica (artisti locali)
  8. il panificio (l’elettrificazione)
  9. il fabbro ferraio (approfondito insieme al pannello 5 e 11)
  10. la falegnameria (approfondita insieme al pannello 4 - seconda guerra mondiale)
  11. il fabbro carraio (approfondito insieme al pannello 5 - e 9)

 

La localizzazione degli “antichi mulini del Borgo”

 

Nella cartina storica austriaca del 1860 sono ben visibili le ruote attive in quel momento.

Via Borgo di Vezzano (TN) nella mappa storica del 1860.

Alberto Margoni ci ha poi regalato lo stesso spaccato della Roggia Grande di oggi basandosi su foto e posizionando simbolicamente una ruota idraulica là dove erano localizzati gli 11 opifici ancora attivi agli inizi del ‘900: un mix tra passato e presente di forte impatto.

Ricostruzione di via Borgo come doveva essere a inizio '900.

Così poi tradotta in pittura dal giovane Stefano Zuccatti:

disegno antichi mulini del borgo di Vezzano

Su Google maps abbiamo geolocalizzato gli antichi mulini della Valle dei Laghi, si possono quindi vedere quelli di Vezzano inseriti nel più ampio contesto della Valle dei Laghi.

 

Antichi documenti che testimoniano la presenza di mulini a Vezzano

I mulini ad acqua furono inventati in epoca romana, ma si diffusero in Trentino solo nel Medioevo, a partire dal 1200. Difficile trovare informazioni così lontane sulla vita quotidiana delle nostre genti, sui lavori che facevano; riportiamo comunque alcune citazioni dalle più antiche pergamene che documentano la presenza di mulini a Vezzano:

  • 1208 - una “sega di Vezzano”;
  • 1 maggio 1387 - “...Antonius de Veczano pro uno molentino ibidem constituto…”;
  • carta di regola di Vezzano e Padergnone del 2 aprile 1420, cita “il ponte presso la Sega di Vezzano”;
  • 4 ottobre 1453 - “molendino ac decimis”
  • 13 dicembre 1453 - “Molendjno… posito et iacente in villa vezani Plebis calvini”
  • 26 gennaio 1490 “ac fres sui divisione fecerit iuxta qua quodda Molendinu situ in villa vezani”
  • 1579 Maestro Bernardo fabbro abit. in Vezzano (Documenti di Vezzano nel Trentino - L.Cesaini Sforza)
  • ultimo marzo 1604 - Investiti “de quondam Molendino et Prato annexo; sitis in dicta villa vezani”

La Carta di Regola di Vezzano del 1574, all’articolo 75 prevedeva che “li maggiori siano obbligati curar le roze comuni […] et in specie quella che corre per il Borgo”. All’articolo 78 proseguiva; “item che li molinari non possino tor zo l’acqua dalli pradi le feste da un vespero all’altro, secondo l’antica usanza […] riservato però che per li vicini possino masnar in caso di necessità”. Questo documento testimonia che già ben prima del 1574 era attiva la deviazione della roggia Grande, che alimentando numerose ruote idrauliche faceva della via Borgo una vera e propria “zona artigianale”, un centro economico e occupazionale molto importante per tutta la zona.

Il giudice Carlo Clementi  nella descrizione del Distretto di Vezzano elaborata tra il 1834 ed il 1835 rileva “Vi sono in Calavino 20 mulini da grano e 2 seghe da legno. In Vezzano 3 mulini da grano, due per lo scottano, una fucina, una sega ed una macina per l’olio; in Padergnone due mulini e così varj altri presso i rivi del Giudizio”. Non abbiamo purtroppo trovato altre notizie della macina per l’olio di Vezzano.

Nella “Relazione statistica della Camera di Commercio e d’Industria in Rovereto per l’anno 1880”  risultano 4 mugnai riconosciuti ed operanti nel territorio di Vezzano.

Nereo Cesare Garbari nel libro “60° anniversario Cassa Rurale di Vezzano” scritto nel 1980 a pag. 52 dice che “Non sono stati ancora dimenticati altri artigiani, … altre macine per le noci dalle quali si ricavava l’olio”; ad oggi però non abbiamo trovato altre testimonianze riguardo la produzione dell’olio di noce.

 

La Roggia Grande

La roggia più importante di Vezzano è la Roggia Grande, chiamata a seconda del luogo e del tempo anche Rio Cadenis nella parte iniziale ed a seguire: Roggia di Naran o Narano, Rio delle Seghe, Roggia di Padergnone. Nasce a quota 575 mslm circa, a Covelo, dove un tempo alimentava la ruota idraulica di un mulino, scende a Cadenis e  percorre poi la piana di Naran ingrossandosi e raccogliendo le acque di un altro ramo della Roggia Grande che ha origine da un gruppo di sorgenti proprio nel punto in cui i comuni di Trento, Terlago e Vezzano si incontrano: ai Pradi sul Comune Catastale di Covelo e alle Fontanelle sul Comune di Vezzano a quota 480 mslm.

In Naran viene sfruttata da privati a scopo irriguo, alimenta un laghetto artificiale presso il vecchio mulino e subito dopo il nuovo impianto del Consorzio Irriguo di Vezzano. Percorre quindi la Val Longa, riceve le acque del troppopieno delle due sorgenti potabili dell’Aguil e viene prelevata altra acqua ad uso irriguo prima di raggiungere l’abitato di Vezzano. Alimenta un altro laghetto artificiale presso il laboratorio Manzoni, che sfrutta a tutt’oggi la potenza dell’acqua per la produzione di energia elettrica, e scende di fianco all’abitato.

In questo ripido tratto veniva un tempo in parte deviata per sfruttare appieno la sua forza in diversi opifici lungo via Borgo.

Nella roggia erano presenti molte trote e i bambini per pescarle posizionavano una gerla all’interno della roggia in fondo alla deviazione di via Borgo (sotto l’ex macelleria Tozzi) poi salivano su per via Borgo fino ai Bassetti, aprivano la chiusa così le trote erano costrette a scendere verso il basso e rimanevano intrappolate nella gerla.

Nei pressi di Via Picarel, la deviazione  tornava ad unirsi al corso principale unendosi alle acque di un’altra sorgente che sgorga proprio al centro del paese e attraversa la zona di Terra Mare, poco sotto la Chiesa.

Riceve poi le acque di un’altra sorgente che sgorga proprio al centro del paese e attraversa la zona di Terra Mare, dietro il municipio. Nei periodi particolarmente piovosi, come si sono visti nel 1966 o nel 2000, la Roggia Grande imbeve il terreno del circondario e l’acqua sale dal sottosuolo.

Un tempo allagava le cantine delle case della parte bassa di Vezzano; il primo che vedeva innalzarsi l’acqua nella propria cantina avvisava i vicini che così facevano in tempo a portare all’asciutto le cose che lì conservavano comprese le botti sia vuote sia piene. Che angoscia vedere l’acqua alzarsi dentro casa, lenta ma inarrestabile, e non poter far nulla; se tutto era andato bene la cantina era ormai vuota, solo i “giasii” (strutture in legno sulle quali poggiavano le botti) galleggiavano tristemente. Col progresso sono state posizionate nei magazzini interrati le idrovore con le quali l’acqua viene subito pompata all’esterno ed immessa nelle fognature, salvando dal problema d’inondazione anche le cantine vicine. Quest’acqua saliva in superficie poco sopra Via Stoppani per poi immettersi nella roggia poco più a valle; ora una tubazione sotterranea convoglia queste acque nella roggia.

Nei pressi del bivio per la Val di Cavedine, la Roggia Grande attraversa la strada Trento - Riva, giunge in località Acque Sparse, riceve le acque della Roggia di Nanghel e di altre sorgenti ed alimenta l’impianto del Consorzio Irriguo di Padergnone. Come dice il nome della località, un tempo, l’acqua libera da argini invadeva questa zona formando uno strato di acqua sopra il terreno. Il veterinario in servizio negli anni ’30 prescriveva di far camminare i bovini feriti alle zampe in questo acquitrino in modo da pulire e disinfettare le ferite; le bestie dovevano essere spinte e vi entravano muggendo contrariate ma, una volta dentro, godevano del benefico influsso dell’acqua. In località Malpensada la roggia riattraversa la strada, scorre lungo i campi di San Valentino, lungo una suggestiva forra, tra la chiesetta e la strada Trento-Riva, costeggiata da un sentiero che collega Vezzano a Padergnone. In questo tratto forma concrezioni di tufo che erano sfruttate dal primo degli opifici padergnonesi. Attraversa il territorio e l’abitato di Padergnone per immettersi infine nel lago di Santa Massenza presso il Parco Due Laghi a quota 245 mslm, dopo aver percorso 5100 metri di lunghezza.

 

La ruota idraulica

La tecnologia comune a tutti i “mulini” funzionanti a Vezzano sulla Roggia Grande, a quanto ci risulta, è costituita da ruote idrauliche del tipo a cassetta mosse dall’acqua condotta dalla “doccia”, un canale mobile in legno posizionato in modo da formare una cascata ed imprimere così sufficiente forza alla ruota anche con una portata limitata.

Negli ultimi tempi il metallo è andato talvolta a sostituire il legno.

Muovendo una stanga pensile, l’artigiano riusciva a regolare la posizione della doccia e di conseguenza la quantità d’acqua che cadeva sulla ruota, modificando così la velocità di rotazione dell’albero di trasmissione e dei macchinari ad esso collegati, fino a fermarli.

 

Materiali a disposizione per l’approfondimento:

 

I prodotti delle scuole:

Altre Fonti:

  • 1834-35 Descrizione topografica statistica dell’Imp. r. Giudizio distrettuale di Vezzano. - In: Cadine / a cura di F. Leonardelli. - Cadine (TN) : Cassa rurale di Cadine,1988. - p. 433-447. – Edizione del ms. conservato a Innsbruck, Tiroler Landesmuseum Ferdinandeum, ms. 4322, fasc. 54. Ripubblicata a puntate su Retrospettive n. 30 - 31 - 32.
  • La via dei mulini - Giuseppe Sebesta 1976
  • Statuto del Borgo di Vezzano del 1575 in Carte di regola e statuti delle comunità rurali trentine vol 1° - F. Giacomoni 1991 - pag 640-654
 
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